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in libreria dal 13 luglio
 

Vinca in peggiore
Enrico Franceschini

Londra, primavera 2015. Un italiano che fa l’allenatore di basket per hobby e per passione ha portato una squadra di adolescenti, tra cui suo figlio, alla finale del campionato allievi, dove giocheranno contro avversari più forti e più alti, in una parola imbattibili. Ma nell’attesa di scendere in campo il coach si ricorda di una partita vista in tv, al bancone di un bar di New York, il primo aprile di trent’anni prima, in un momento confuso della propria vita e in una città imbiancata da una nevicata fuori stagione. Una partita passata alla storia: Georgetown-Villanova, finale della Ncaa, il campionato universitario americano. Una sfida tra un gruppo di atleti magnifici, campioni in carica, già destinati ai professionisti della Nba, e una compagine di improbabili sfidanti destinati alla sconfitta. Tutti sono sicuri che il risultato sia già scritto. Ma il coach di Villanova, Rollie Massimino, figlio di un ciabattino siciliano e filosofo dell’arte di arrangiarsi, ha un piano: sfruttare le debolezze dei propri giocatori per addormentare la gara, provando a dimostrare che qualche volta Davide può battere Golia. Riuscirà la missione impossibile della Cenerentola del parquet? Guardando la partita, quell’italiano appollaiato sullo sgabello del bar capirà il proprio destino? E la lezione del passato servirà a qualcosa, trent’anni più tardi? Vinca il peggiore è una dichiarazione d’amore alla pallacanestro, una sfida vissuta due volte, un sogno lungo quanto una notte di neve a New York.

Enrico Franceschini, giornalista e scrittore, è il corrispondente da Londra del quotidiano «la Repubblica», per il quale ha occupato in precedenza le sedi di New York, Washington, Mosca e Gerusalemme. Il suo primo articolo di giornale, pubblicato quando aveva diciassette anni, era su una squadra di basket. Il suo ultimo libro è il romanzo Scoop (Feltrinelli, 2017).
 

collana ▪ Vite inattese
pagine ▪ 125
isbn ▪ 9788898970964
prezzo ▪ 16 euro
data di uscita ▪ 13 luglio 2017

 

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Memorie di un porcospino
Alain Mabanckou

Narra una leggenda africana che ogni uomo ha il suo doppio «animale». Quello di Kibandi è un porcospino. Poteva essere un leone, un elefante, una giraffa, un gorilla, e invece no, è un goffo, tenero porcospino. I due sono uniti indissolubilmente da quando, quarantadue anni prima, Kibandi si è inoltrato con il padre nella foresta per bere la mayamvumbi, una disgustosa sostanza che sancisce l’iniziazione del ragazzo. Così il povero porcospino è costretto ad abbandonare i suoi simili per vivere accanto al suo doppio, che da ragazzino mite si trasforma col tempo in un feroce assassino. Vicini di casa, abitanti del villaggio: la furia di Kibandi si abbatte su chiunque abbia la sfortuna di incrociare il suo cammino. Il porcospino lo segue ubbidiente, si rende complice di efferati omicidi, finché un giorno non decide di scappare e, trovato rifugio tra le radici di un baobab, inizia a raccontare la sua storia. Con l’ironia che lo contraddistingue, Mabanckou dona nuova linfa al realismo magico e rievoca luoghi e miti della cultura africana indugiando sul grottesco per poi lasciarsi andare a momenti di pura poesia.

Alain Mabanckou è nato a Pointe-Noire nel 1966. Titolare di una cattedra al Collège de France, si è aggiudicato i maggiori premi letterari francesi – tra cui il prix Renaudot con Memorie di un porcospino e il Grand Prix de Littérature Henri Gal. In Italia è stato finalista al premio Strega Europeo con Pezzi di vetro (66thand2nd, 2016).


traduzione ▪ Daniele Petruccioli
collana ▪ Bazar

pagine ▪ 180
isbn ▪ 9788896538906
prezzo ▪ 16 euro
data di uscita ▪ 13 luglio 2017

 
 
     

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