George Best, l'immortale
Lo chiamavano «il Quinto Beatle». Era affascinante, sfacciato, «bello come un attore di Hollywood», idolatrato dal pubblico femminile. Ma George Best era soprattutto sublime sul campo da calcio, con la sua grazia da ballerino e quei dribbling labirintici con cui stordiva i difensori e incantava i tifosi. Lanciandola con la punta del piede, era capace di infilarsi una monetina nel taschino della giacca. Una volta segnò due reti indossando uno scarpino solo. A ventidue anni, nel 1968, vinse il Pallone d’oro e realizzò un gol decisivo nella finale di Coppa dei Campioni contro il Benfica di Eusébio. Quei trionfi segnarono però l’apice e l’inizio del declino di Best, dell’atleta come dell’uomo, risucchiato troppo presto nella spirale dell’alcolismo e di una spropositata celebrità. Basandosi su materiali d’archivio mai utilizzati prima, Hamilton ripercorre la parabola tragica del campione britannico, dall’infanzia nei sobborghi di Belfast alle imprese con la maglia del Manchester United, fino alla sua prematura scomparsa, raccontandoci come un esile ragazzino irlandese sia riuscito a diventare, nel giro di poche folgoranti stagioni, il calciatore più forte del pianeta. Il volume è impreziosito da una ricca e approfondita bibliografia, da un inserto fotografico e dal dettaglio di tutte le partite disputate da Best per il Manchester United, l’Irlanda del Nord e gli altri club per cui militò nel corso della sua carriera.
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Data di uscita
Novembre 2015
EAN
Collana
Vite Inattese
Pagine
496
Traduzione
Francesca Benocci e Roberto Serrai